Tornato da un viaggio in Kenya, un mio caro amico dichiaratamente non credente, ma con un cuore grande così, mi ha portato questo regalo: un presepe dentro una zucca essiccata.
Sono rimasto veramente commosso dal suo pensiero, testimonianza di una amicizia schietta e rispettosa pur nella totale diversità delle idee, e desidero esprimergli pubblicamente la mia gratitudine. Non solo per la gentilezza, non solo per il regalo in sé, molto bello, ma anche per l'incomodo che si è preso portandosi appresso dal Kenya una zucca di dimensioni piuttosto generose. Probabilmente avrà preso le misure sulla mia...
Mio malgrado sono costretto a paragonare il suo bellissimo gesto di amicizia, di rispetto e di solidarietà generosa con la piccineria di cuore che quest'anno ha portato ad abolire il Presepe nella cattedrale di Rieti in nome della "sobrietà" (vedi qui l'articolo di Antonio Socci). Un gesto più conformista e meschino di così è difficile da immaginare. Per la sobrietà c'è la Quaresima, non il Natale. Per il credente, il Natale è la memoria di Dio che è stato talmente generoso da venire di persona tra gli uomini senza chieder loro preventivamente nessun certificato di irreprensibilità etica, nessuna precondizione, nessuna "sobrietà" micragnosa.
Ringrazio Dio di avere un amico non "sobrio" come lo vorrebbero tanti puritani stile Monti.
Giovanni Romano
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