Ieri il Corriere della Sera riportava un'intervista alla titolare del Welfare, la signora Fornero. A parte le dichiarazioni alquanto scontate sul mercato del lavoro, sull'occupazione dei giovani, delle donne, dei cinquantenni e via dicendo, l'articolo si apriva mettendo in grande risalto una dichiarazione della ministra: "Non chiamatemi 'la' Fornero (...) Dite 'Fornero' e basta, così come dite 'Monti'".
A me personalmente piacerebbe non nominare nessuno dei due, ma le parole della Fornero erano tutt'altro che un capriccio estemporaneo. Il Corriere commentava infatti con entusiasmo: "Non è una lezione di grammatica, ma un'esortazione anti maschilista
quella del ministro del Lavoro Elsa Fornero, che ieri pomeriggio si è
rivolta così a giornalisti e pubblico del Circolo dei lettori di Torino".
Ma da quando in qua menzionare uomo e donna è maschilista e offensivo? Dov'è finita la rivendicazione dell'identità femminile? L'essere umano con le sue specificità, la donna in particolare, è condannato a essere cancellato dietro la funzione che ricopre? E' un truismo notare che le parole della Fornero non fanno altro che subordinare la donna a modelli maschili e maschilisti. Sotto questo aspetto, il suo invito suona addirittura grottesco.
Dietro le parole della Fornero c'è un grigio conformismo politicamente corretto che sconfina quasi nella paranoia, come di chi si guarda nevroticamente dietro le spalle nel timore di essere colto in fallo. E questo timore appesantisce costantemente ogni discorso che diventa forzato e inquisitorio senza la scioltezza e la libertà che vengono dal vivere l'evidenza. E naturalmente è sottesa l'ideologia del gender dove l'uomo o la donna non esistono più, ma soltanto ruoli da ricoprire a piacimento da esseri asessuati o polisessuati.
Ma se censuriamo delle evidenze tanto elementari, cos'altro potrà salvarsi dal capriccio e dalla manipolazione, da discorsi falsi e falsificatori? Quanto a me non mi eserciterò a mentire a me stesso, e continuerò imperterrito a distinguere tra l'uomo e la donna. Con buona pace della signora Fornero e del signor Monti.
Giovanni Romano
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