sabato 18 febbraio 2006

Tripoli, bel suolo d’odio…

Quando lessi “Storia del Terzo Reich” di William Shirer mi meravigliai che ministri, ambasciatori, generali, vescovi, professori universitari, giornalisti, insomma la créme de la créme dell’opinione pubblica si fosse comportata verso Hitler in modo tanto ingenuo quanto stupido. Un bambino di cinque anni, pensai, avrebbe ragionato molto meglio. E non riuscivo a capire come una cosa del genere fosse potuta accadere.

I perché forse li ho capiti, ma grazie al ministro Calderoli (spero già ex, mentre scrivo queste righe) almeno ho visto anche come possono accadere delle asinerie di questa portata. Non riesco davvero a capacitarmi come un adulto responsabile, nonché ministro della Repubblica, sia stato tanto superificiale da provocare una crisi di prim’ordine con la Libia, e per di più nelle stesse ore in cui i servizi di sicurezza ci stanno avvertendo che in Italia il rischio attentati si sta facendo sempre più alto. Con l’ira che percorre il mondo islamico, c’è da meravigliarsi che la polizia libica non abbia sparato dall’altra parte!

Ma è mai possibile che Calderoli non si sia reso conto delle conseguenze del suo gesto? E’ mai possibile che non abbia capito come la sua esibizione sia stata, oltre che di cattivo gusto, gratuitamente, stoltamente provocatoria, nel momento stesso in cui l’opinione pubblica musulmana è violentemente sovraeccitata mentre quella occidentale è demoralizzata, insicura, incapace di reagire? E se anche fossimo coraggiosi, intrepidi, sicuri della nostra fede e pronti a batterci fino all’ultimo, sarebbe giusto spargere il sale sulle ferite dei musulmani? Non che essere un campione della libertà di espressione, Calderoli si è rivelato un provocatore solitario e gratuito, peggio dei disobbedienti che hanno aggredito la fiaccola olimpica.

Calderoli ha sperperato quel poco di legittimazione morale che l’Italia, e con essa l’Occidente, poteva rivendicare nei confronti della violenza incontrollata degli islamici, specialmente dopo l’assassinio di Don Santoro. Il suo gesto è di una gravità inconcepibile, non solo per il deterioramento delle relazioni con la Libia e il mondo islamico, ma soprattutto perché ha ribaltato le posizioni tra aggressore e aggredito. Ora sono i musulmani a potersi lamentare di essere vittime di discriminazione e odio. Ora potranno avanzare sempre più pretese per saziare i loro non piccoli appetiti, sicuri che nessuno potrà in buona coscienza rifiutarle.

Tra le altre gravi conseguenze, l’atto del ministro mette in pericolo il governo di Tripoli, che aveva fatto sforzi per avvicinarsi quanto meno agli interessi occidentali, e rischia di creare una sponda fondamentalista proprio di fronte alle nostre coste. Inoltre oscurerà per molto tempo, sui media, le persecuzioni dei cristiani per mano degli islamici. E infine, come se non fosse già abbastanza grave, regalerà l’Italia alla sinistra, che potrà presentarsi come l’alfiere del “dialogo”, e l’unica in grado di stornare l’ira islamica dal paese (a prezzo, ovviamente, di uno sradicamento totale della propria identità, storia e cultura).

Grazie, (ex) ministro Calderoli. Grazie di aver sprecato la rimonta, vera o presunta, di Berlusconi. Grazie di aver fatto dimenticare Don Santoro. Grazie per tutto l’odio che è riuscito a tirare addosso all’Italia e ai cristiani.

DEUS, QUOS PERDERE VULT, DEMENTAT.

Giovanni Romano

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