Questo non è un blog trasgressivo. E' contro i trasgressivi a buon mercato. Questo non è un blog onesto o politicamente corretto. E' contro gli onesti e i politicamente corretti di professione. Questo non è un blog fuori dal coro, perché al suo autore piace la musica corale e l'unità tra le persone che essa crea.
venerdì 28 gennaio 2011
Mozart: un destino "necessario"?
Caso Cesaroni: un'epidemia di pietà?
giovedì 20 gennaio 2011
Non bastava il processo a Berlusconi, ora arriva anche la scomunica...
Ma quando mai Bertone e i vescovi si sono pronunciati con toni altrettanto veementi nei confronti di un Prodi, ottimo marito e padre, che voleva dare diritti alle coppie di fatto e si è vantatp della sua posizione di "cattolico adulto" sui temi bioetici? Quando mai i vescovi sono stati altrettanto espliciti nei riguardi di un presidente di regione come Vendola, non solo per il suo orientamento sessuale ma anche per aver fatto della Puglia la prima regione d'Italia per numero di aborti? Perché i vescovi non hanno avuto nulla da dire sul presidente Napolitano, anche lui ottimo marito e padre, quando non ha voluto salvare la vita di Elunana Englaro? Vogliamo veramente che i cattolici si appiattiscano sugli anodini "valori comuni" di cui oggi ha parlato Napolitano, come la "legalità" che può essere piegata a qualsiasi arbitrio del potere?
Abbiamo pastori o mercenari che abbandonano il gregge e fuggono davanti ai lupi? Forse il Papa nel suo primo discorso li conosceva bene...
Giovanni Romano
giovedì 13 gennaio 2011
Tucson - Due cattolici tra le vittime
del giudice ucciso nella sparatoria di Tucson
Il giudice federale John Roll è stato ucciso l'8 gennaio assieme ad altre cinque persone, compresa una bambina di nove anni, Christina Taylor Green.
La strage è avvenuta sabato quando il 22enne Jared Loughner ha aperto il fuoco in un supermercato locale dove la deputata democratica Gabrielle Gifford rieletta da poco stava tenendo un comizio. Loughner, un giovane asociale e ostile al governo, con una storia di turbe psichiche alle spalle, da quanto si è appreso aveva intenzione di uccidere la rappresentante verso la quale portava odio personale. La Gifford è viva ma in condizioni critiche dopo essere stata colpita alla testa a bruciapelo.
Nella sua rubrica del 12 gennaio sul Catholic Register di Denver, l'arcivescovo Chaput ha ricordato il giudice John Roll come una figura politica che viveva una vita di “potente, autentico testimone cattolico”.
L'arcivescovo ricorda un viaggio da lui fatto a Phoenix nel 2008 dove tenne l'omelia per la Messa annuale degli avvocati e i politici dello stato dell'Arizona. Quel giorno tra i fedeli c'era la moglie del giudice Roll, Maureen, “una cattolica attiva e molto determinata”.
L'arcivescovo Chaput dice che Maureen deve aver menzionato la sua omelia al giudice Roll perché dieci mesi dopo “ricevetti la prima di parecchie lettere straordinarie da suo marito”.
“E' impossibile conoscere completamente un uomo solo dalla corrispondenza”, scrive, “ma ciascuna delle lettere di Roll aveva le stesse quattro chiare caratteristiche: generosità, intelligenza, magnanimità e un sincero amore della sua fede cattolica”.
L'arcivescovo dice che due giorni dopo l'assassinio del giudice Roll ha parlato col suo assistente, l'avvocato Aaron Martin, che ha descritto il leader defunto.
Il giudice Roll era devoto a San Tommaso Moro e teneva una biografia del santo su un tavolo vicino alla sua scrivania. Era anche conosciuto come una figura paterna tra i suoi subordinati e manifestava un interesse sincero per le vite e le famiglie di coloro con cui lavorava.
“Gli piaceva assistere i primi passi dei giovani avvocati cristiani perché credeva che la loro fede gli avrebbe dato un miglior fondamento morale per la vocazione forense”, dice l'arcivescovo Chaput.
Il giudice Roll leggeva un certo numero di pubblicazioni cattoliche ogni domenica mattina prima della Messa per imparare di più sulla propria fede. Andava anche a nuotare ogni mattina alla sede locale dell'YMCA e si recava alla Messa quotidiana ogni volta che gli fosse possibile. Avebbe compiuto 64 anni l'8 febbraio, e lascia tre figli e cinque nipoti.
Secondo Aaron Martin, Maureen e John Roll si conoscevano da quando avevano quattordici o quindici anni.
“Sono stati, per tutto il tempo che hanno vissuto insieme, il migliore amico l'uno per l'altra”, dice l'arcivescovo Chaput, “avrebbero celebrato il loro quarantunesimo anniversario di matrimonio verso la fine di questo mese”.
“In conclusione, John Roll era un uomo di insolita signorilità spirituale”, osserva l'arcivescovo. “Nonostante le loro differenze politiche, il giudice Roll e la deputata Gabrielle Gifford, una democratica, avevano una relazione cordiale basata sul rispetto reciproco”.
Precisamente a motivo delle loro differenze, dice l'arcivescovo, il giudice Roll cercava di andare a salutare la Gifford ogni volta che poteva quando lei tornava nel suo collegio elettorale.
“La mattina della sua morte, il giudice Roll andò a Messa, e alle 9,55, secondo Martin, uscì di casa 'giusto per fare un salto' al comizio della Gifford come gesto di cortesia, per dirle ciao”.
“Non è mai più tornato a casa”.
“Questa vita passa”, dice l'arcivescovo Chaput nelle sue conclusioni. “L'eternità rimane per sempre. Dobbiamo agire di conseguenza in questo mondo, vivendo una vita cristiana di servizio agli altri”.
“Maureen e John Roll hanno condiviso una vita di tranquilla, forte, autentica testimonianza cattolica. Per favore ricordateli entrambi, e tutta la loro famiglia, nelle vostre preghiere”.
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domenica 9 gennaio 2011
Tucson - Sei morti contro la causa della vita
Una lezione di coraggio ai pacifisti
giovedì 6 gennaio 2011
No, questa volta Messori ha torto
Ovviamente intoccabili erano le feste civili, dal 1° maggio al 25 aprile (per inciso, faccio notare che l’Italia è l’unico Paese al mondo a celebrare con ogni solennità la sconfitta subita in una guerra) [il neretto è mio, N.d.R.]
Ma quando mai? L'Italia era già stata sconfitta poco meno di due anni prima, l'8 settembre 1943, e mai nessuno si è sognato di celebrare quella data. Il 25 aprile del 1945 non furono le forze armate italiane a capitolare, ma quelle tedesche in Italia e quelle della Repubblica di Salò. A meno che Messori non voglia sostenere che il governo di Salò fosse l'unico e legittimo rappresentante del popolo italiano, il che mi sembrerebbe quanto meno grave. Certo, il 25 aprile non fu una vittoria per gli italiani perché da una parte il Regno del Sud non era un alleato ma un semplice "cobelligerante" che fu trattato anzi malissimo al tavolo della pace; e dall'altra il contributo strettamente militare della Resistenza alla sconfitta della Wehrmacht fu quasi trascurabile, e senza l'aiuto degli Alleati i partigiani non l'avrebbero nemmeno impensierita.
Ma, checché ne dica Messori, questa data ha un importante significato morale perché dimostra che non tutti gli italiani volevano la dittatura e che anzi non pochi furono pronti a prendere le armi, senza attendere l'arrivo dei "liberatori". E poi chiedianoci: la causa per cui si battevano i soldati di Salò era forse giusta? Faccio un esempio estremo: gli unici militari di questo regime che considero "puliti" perché non si macchiarono mai di nessun massacro, furono i piloti della RSI. Erano gente d'incredibile coraggio perché si batterono uno contro cento, in duelli aerei leali da cui ben pochi sopravvissero. Nessuno di loro si abbassò a mitragliare o a bombardare a sangue freddo i civili indifesi, come invece fecero molti piloti angloamericani sicuri della più assoluta impunità. Se c'è stata in quella sordida guerra civile una vera incarnazione del coraggio e dell'onore, è a loro che va riconosciuta. Eppure anch'essi, in fondo, si batterono per difendere Auschwitz. Nessuno di loro accetterebbe questa definizione, naturalmente, tutti direbbero che si battevano per difendere le città dai bombardamenti, e questo è vero, ma non basta purtroppo ad assolverli. E se non possono essere assolti nemmeno i piloti, figuriamoci gli altri!
Si può discutere il 25 aprile sotto altri aspetti, come ad es. il monopolio che la sinistra comunista ha sempre rivendicato su questo anniversario, il disegno d'impadronirsi del potere con un colpo di stato come quello nei paesi dell'Europa Orientale, le stragi del "triangolo della morte" e le vendette sanguinarie anche su gente innocente. Ma definirlo "la solenne celebrazione di una sconfitta" è antistorico e inaccettabile.
Giovanni Romano