lunedì 4 dicembre 2006

Appello e commento contro Rule of Rose

Il videogame dal titolo "Rule of Rose", prodotto e distribuito in Giappone a marchio Sony e in arrivo a breve in Italia sotto altro marchio, che ha come oggetto sevizie ad una bambina di 10 anni e come obiettivo di gioco la sua sepoltura da viva, ha scosso le coscienze di molti italiani.

I media si sono occupati con sconcerto di questo caso, che supera la soglia di cio' che puo' essere considerato lecito, legittimo e ragionevole e peraltro rappresenta l'ennesimo episodio di un'escalation di violenza nei contenuti dell'entertainment video. La correlazione tra la violenza dei videogames (immagini ripetute e scene "vissute" in modo attivo, con un alto livello di concentrazione) e l'innalzamento del tasso di aggressivita' nei giovani e giovanissimi, e' stata oggetto di molte ricerche e confermata anche da uno studio comparativo di uno dei maggiori esperti in materia, il Prof. Craig Anderson.

Mentre la Presidente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia, On. Anna Serafini, sostiene che "la violenza dei videogiochi fa perdere il confine fra bene e male", la Prof.sa Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo all'Universita' La Sapienza di Roma, dichiara a Panorama che "la cosa preoccupante e' la filosofia che pervade questi giochi. Si vince se si e' piu' violenti. Viene premiata la violenza e la criminalita' e il ragazzo puo' abituarsi, in una sorta di inquietante adattamento cognitivo".

E' sotto gli occhi di tutti l'aumento dei casi di violenza perpetrata da giovani su altri giovani, su persone disabili o diverse, sui propri genitori, sugli anziani, ed e' difficile pensare che questo fenomeno non sia legato all'aumento della violenza e dell'aggressivita' nelle immagini e nei messaggi ai quali i ragazzi, attraverso videogames, cinema e televisione, sono continuamente sottoposti.

In questo contesto, la produzione e l'immissione sul mercato di prodotti di entertainment con contenuti devianti, cinici e con finalita' di gioco esplicitamente contrarie al rispetto della vita e della legge, non puo' che essere considerato da parte di un'impresa un GRAVISSIMO ATTO DI IRRESPONSABILITA' SOCIALE.

Gli intellettuali, i professionisti, gli uomini e le donne firmatari di questo appello sono legati dalla convinzione che le ragioni del business e del profitto non possono giustificare scelte d'impresa che possono produrre effetti dannosi per i singoli individui, per le famiglie e per l'intera societa'.

Su questa base CHIEDONO alle singole imprese dell'entertainment video e alle loro rappresentanze di settore di RINUNCIARE ad iniziative di produzione e commerciali basate su prodotti dal contenuto così palesemente violento e antieducativo per i giovani, al fine di NON ALIMENTARE il fenomeno dilagante del bullismo, della violenza e della criminalita' giovanile e contribuire, invece, alla crescita di una generazione sana, retta e cosciente dei valori e del rispetto dell'essere umano e della legalita'.


Ovviamente non c'è alcuna speranza che queste proteste vengano ascoltate. C'è da aspettarsi, piuttosto, che vengano tacciate di "oscurantismo" e "bigottismo clericale". Tuttavia io non solo pubblico un tale appello, che condivido in pieno, ma aggiungo di mio la seguente riflessione che mi è venuta in mente non appena ho letto il testo del messaggio:

A dire il vero, avevo letto una recensione del gioco, definito "perverso e inquietante" (ma quasi fosse un complimento) dalla rivista sulla quale era pubblicata. Credo che lo scopo del gioco non sia il seppellimento della bambina ma impedire che venga seppellita da un'orda di bambini sadici e pazzi. Il che, ovviamente, non toglie nulla alla crudeltà del gioco né alla sua perversione morale. Per questo gli va detto assolutamente NO.

Il punto è che questo è il gioco più perfetto che si possa immaginare per una società orfana come la nostra. Orfana è la vittima predestinata, la più indifesa per definizione. Orfani sono anche i suoi carnefici. Senza adulti, Senza nessuno che gli voglia bene e gl'insegni il senso del bene e del male, i bambini possono scatenare i propri istinti più demoniaci. E se questi sono i bambini, figuriamoci gli adulti!

La mentalità che vuole il bambino "perfetto", altrimenti lo scarta e lo abortisce (e questo vale anche per l'eutanasia), in realtà teme e demonizza i propri discendenti. Li vede ormai come pericoli potenziali, alieni, mostri, non certo figli, perché nessuno ormai si prende la responsabilità di essere genitore, né gli è permesso di farlo. La mania di istituzionalizzare e medicalizzare ogni problema, sterilizzando o uccidendo la famiglia, ci ha portati a costruire il Grande Orfanotrofio dove si può ammazzare per puro capriccio.

Meditate, gente, meditate (se ne siamo ormai capaci).

Giovanni Romano

3 commenti:

Queer. ha detto...

E' un post vecchio, ma non importa.

Credo che la vostra sia solo ignoranza, ben miscelata ad una dose sovrumana di pregiudizi.
Io ho giocato a questo gioco e sono fiera di dirvi che si tratta di una sottilissima analisi psicologica di temi assolutamente delicati e veritieri. Non c'è niente di più perverso rispetto a ciò che accade realmente ovunque, nella realtà di tutti i giorni. A questo punto, i vostri cari pargoletti potete ibernarli e scongelarli tra qualche secolo, se ritenere un gioco simile la quint'essenza dell'orrore e della violenza.
Aprite gli occhi. E la mente.
Sul serio.

La voce dal vicolo ha detto...

Non ti chiedi se proprio questi giochi non contribuiscano a rendere reale "quel che accade realmente ovunque"?

La voce dal vicolo ha detto...

Ti faccio una domanda senza ironia: e ti prego di rispondermi seriamente: qual è la "sottilissima analisi psicologica di temi assolutamente delicati e veritieri" che hai trovato in questo gioco? Ti ringrazio in anticipo.