E' di queste ore la notizia che il consiglio regionale della Liguria ha respinto, con un risicatissimo margine, la proposta dell'opposiozione di centrodestra di incoraggiare i pubblici uffici a esporre il presepe.
Non c'è affatto da stupirsi del laicismo della regione Liguria. In Canada o negli USA, poi, dove esporre il Presepe o l'albero di Natale è praticamente un reato, una proposta del genere non sarebbe stata nemmeno presa in considerazione. Ma è triste pensare che si pensi a imporre per legge il Presepe. Fino a qualche anno fa non ci sarebbe stato bisogno di circolari e di decreti: ci sarebbe voluta una circolare per farlo sparire.
Come abbiamo potuto rinunciare alla gioia che il Presepe ci dava, in nome di un "rispetto" che novantanove volte su cento è soltanto paura o vergogna di noi stessi? Chi ce ce le ha potute instillare così facilmente? La nostra apostasia è tanto più pericolosa perché è tacita, non ha ragioni, è pura sottomissione alla mentalità laicista.
E' inutile lamentarsi e accusare gli altri, dobbiamo fare prima di tutto un esame di coscienza noi. Cosa ci è successo, e da quanto tempo questo stava succedendo? Perché non abbiamo voluto vedere? Fino a qualche tempo fa, ci commuoveva Gesù Bambino. Ora Gesù è diventato quasi una parola sconveniente, figuriamoci se bambino.
Nostro Signore aveva già previsto che ci si sarebbe scandalizzati di Lui (Mt 11,5), ma aveva anche definito "beati" quelli che non si sarebbero fatti irretire o ricattare da questa mentalità. Mai come ora la fede è riportata impreriosamente alla sua autenticità, non avrà niente di sentimentale anche perché il mondo intorno si è fatto cento volte più arido, cinico e bugiardo.
Non si tratta di sbandierare i simboli, loro non potranno più rassicurarci. Il Presepe si reggeva fintantoché si è retta la dignità e il significato della famiglia, cioè di un rapporto che regge alle avversità, oltre al signficato e al valore dei figli. Ma che ne può sapere del Presepe una "cultura" che permette i PACS? Che ne sa del Presepe una subcultura che permette l'eutanasia dei bambini, o nella migliore delle ipotesi considera il bambino una disgrazia, un impedimento, un peso, un fastidio che impedisce lo shopping e le vacanze?
Il Presepe dà fastidio per il suo significato umano prima ancora che religioso. E lasciando da parte le idiozie ireniste sul "dialogo", guardiamo in faccia una buona volta l'odio del mondo a Cristo e alla vita.
Non c'è affatto da stupirsi del laicismo della regione Liguria. In Canada o negli USA, poi, dove esporre il Presepe o l'albero di Natale è praticamente un reato, una proposta del genere non sarebbe stata nemmeno presa in considerazione. Ma è triste pensare che si pensi a imporre per legge il Presepe. Fino a qualche anno fa non ci sarebbe stato bisogno di circolari e di decreti: ci sarebbe voluta una circolare per farlo sparire.
Come abbiamo potuto rinunciare alla gioia che il Presepe ci dava, in nome di un "rispetto" che novantanove volte su cento è soltanto paura o vergogna di noi stessi? Chi ce ce le ha potute instillare così facilmente? La nostra apostasia è tanto più pericolosa perché è tacita, non ha ragioni, è pura sottomissione alla mentalità laicista.
E' inutile lamentarsi e accusare gli altri, dobbiamo fare prima di tutto un esame di coscienza noi. Cosa ci è successo, e da quanto tempo questo stava succedendo? Perché non abbiamo voluto vedere? Fino a qualche tempo fa, ci commuoveva Gesù Bambino. Ora Gesù è diventato quasi una parola sconveniente, figuriamoci se bambino.
Nostro Signore aveva già previsto che ci si sarebbe scandalizzati di Lui (Mt 11,5), ma aveva anche definito "beati" quelli che non si sarebbero fatti irretire o ricattare da questa mentalità. Mai come ora la fede è riportata impreriosamente alla sua autenticità, non avrà niente di sentimentale anche perché il mondo intorno si è fatto cento volte più arido, cinico e bugiardo.
Non si tratta di sbandierare i simboli, loro non potranno più rassicurarci. Il Presepe si reggeva fintantoché si è retta la dignità e il significato della famiglia, cioè di un rapporto che regge alle avversità, oltre al signficato e al valore dei figli. Ma che ne può sapere del Presepe una "cultura" che permette i PACS? Che ne sa del Presepe una subcultura che permette l'eutanasia dei bambini, o nella migliore delle ipotesi considera il bambino una disgrazia, un impedimento, un peso, un fastidio che impedisce lo shopping e le vacanze?
Il Presepe dà fastidio per il suo significato umano prima ancora che religioso. E lasciando da parte le idiozie ireniste sul "dialogo", guardiamo in faccia una buona volta l'odio del mondo a Cristo e alla vita.
Giovanni Romano
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