domenica 31 dicembre 2006

Il Natale svuotato

Per me personalmente questo è stato un anno mediocre, a voler essere caritatevoli. Ma ben più grave mi sembra la situazione intorno a me. Credo che questo sia il primo Natale dove nessuno, o molto pochi, si sia sentito "più buono".

Abbiamo tolto di mezzo un'ipocrisia sentimentale, si dirà. Secondo me è solo un trionfo e una consacrazione del cinismo, perché ci è venuto a mancare persino l'ultimo richiamo, l'ultimo freno esterno al nostro egoismo. Come si fa a sentirsi "buoni" quando uno come Welby reclama tanto insistentemente la morte, e così facendo svilisce la vita? Come si fa a sentirsi "buoni" quando i conviventi reclamano inesistenti "diritti" (non parliamo delle coppie gay), e così facendo sviliscono non solo l'uomo e la donna, ma anche l'impegno del matrimonio? Come si fa a sentirsi "buoni" quando si emargina e si schernisce Gesù Bembino, che è la fonte e la causa di questa bontà?

E' stato un Natale in cui, forse davvero per la prima volta nella storia, nessuno ha atteso più niente, nessuno ha sollevato lo sguardo.

Forse ci sentiremo "buoni" solo perché il governo, bontà sua, prima o poi ci raddoppierà la razione di cannabis. Così almeno potremo dimenticare la Finanziaria e i nostri dispiaceri, l'inquietudine del cuore che nessun consumismo e nessuna rivendicazione di "diritti" potranno mai imbavagliare.
Giovanni Romano


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