Nel palazzo in cui abito c'è lo studio di un avvocato. Conoscevo di vista la sua segretaria, una ragazza svelta, solare, sempre sorridente e gentile. La domenica non mancava mai alla Messa. Da un po' di tempo non la vedevo più ma non davo importanza alla cosa, pensavo fosse perché gli orari non coincidevano, o che lei avesse finito il praticantato.
Invece ho saputo che da settembre le era stato diagnosticato un cancro che ormai l'ha invasa tutta. Non c’è più speranza. Ma quello che colpisce è che, pur soffrendo atrocemente, lei non recrimina, non bestemmia, non sta a rimpiangere una vita finita troppo presto. Avrebbe detto anzi: "Forse Gesù mi vuole accanto a lui perché io faccia del bene da lassù, e preghi per chi resta".
Non si è esibita in piagnistei mediatici, non ha scritto libri per invocare il “diritto” di morire, non ha convocato radio, TV e agenzie di stampa (anche se l'avesse fatto, per una credente non sarebbero venuti). Ha semplicemente offerto la sua sofferenza. La tragedia è che ormai il mondo non solo ignora questi sacrifici silenziosi, ma nemmeno più li stima. Già Gaetano Salvemini riteneva ogni conversione di fronte alla morte come puro esito di paura o rimbecillimento (e francamente non vedo perché Mons. Bello lo ammirasse tanto).
Si può soltanto immaginare lo scandalo e il disprezzo che le parole della ragazza desterebbero tra i sostenitori dell'eutanasia, quelli che promettono di continuare la "battaglia" di Welby. La definirebbero senz’altro una fanatica, un'esaltata, un'ignorante, una pazza, una bigotta. Il che dimostra, se non altro, che la decisione di darsi la morte non è una faccenda esclusivamente personale (come dicono loro), ma dalla sua accettazione o dal suo rifiuto dipende il futuro, o la distruzione, di tutta la società.
La signorina se ne andrà in silenzio, solo Dio e chi l'ha conosciuta si accorgeranno della sua testimonianza. Io spero, quando verrà il mio turno, di ricordarmi di lei per avere il coraggio di affrontare la mia fine. E gli altri ciancino pure di "morte dignitosa".
Giovanni Romano
P.S.: Vergogna ai protestanti che si sono servizievolmente prestati per i funerali "religiosi" a Welby. Del cristianesimo hanno tradito tutto quel che era possibile tradire. E noi a "dialogare" con loro! Una pura perdita di tempo.
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