Ormai è certo. Casini lascia la Casa della Libertà. In un certo senso è un bene. Meglio una situazione chiara, pur se negativa, a qualunque ambiguità. E Casini era stato fin troppo ambiguo da quando, eletto presidente della Camera, quasi mai aveva trovato il coraggio di sfidare il "politically correct", sperando forse di farsi accettare nei salotti buoni.
Ricordo che solo in occasione del referendum sulla legge 40 ebbe il coraggio di dichiararsi pubblicamente per l'astensione, ma non subito. Nei primi giorni fu ambiguo come al solito, dichiarando che non avrebbe fatto sapere fino all'ultimo momento se avrebbe votato o no. Fu qualche buona tirata d'orecchi, più che una improbabile crisi di coscienza, a fargli cambiare parere.
Se il Polo non fosse tanto povero nei principi (basti pensare a un meschino intrigante come Fini) e inarticolato quanto al modo di esprimerli, la dipartita di Casini sarebbe un evento da salutare con sollievo, non certo con rimpianto.
Good riddance, Casini!
Giovanni Romano
Ricordo che solo in occasione del referendum sulla legge 40 ebbe il coraggio di dichiararsi pubblicamente per l'astensione, ma non subito. Nei primi giorni fu ambiguo come al solito, dichiarando che non avrebbe fatto sapere fino all'ultimo momento se avrebbe votato o no. Fu qualche buona tirata d'orecchi, più che una improbabile crisi di coscienza, a fargli cambiare parere.
Se il Polo non fosse tanto povero nei principi (basti pensare a un meschino intrigante come Fini) e inarticolato quanto al modo di esprimerli, la dipartita di Casini sarebbe un evento da salutare con sollievo, non certo con rimpianto.
Good riddance, Casini!
Giovanni Romano
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