Oggi ho inviato una lettera a "Chi l'ha visto?", in relazione alla trasmissione di ieri sera, in cui il caso di Hina, la giovane pakistana uccisa a Brescia perché non voleva sottomettersi alla sharia, è stato strumentalizzato per uno spot a favore della legalizzazione delle convivenze. Ecco il testo:
Spett.le Redazione,
mi dispiace rubarvi del tempo prezioso con una lettera che non c’entra coi casi gravi che trattate, ma ieri non mi è proprio andata giù la pubblicità gratuita che avete fatto ai DICO approfittando della presenza in studio del fidanzato (o convivente) di Hina.
La tesi è che il giovane, non vivendo un’unione riconosciuta dalla legge, non può avere il diritto di disporre che la salma della ragazza resti in Italia. Comprendo le sue motivazioni e le condivido anche. Ma quando mai un assassino e la sua famiglia, se questa è complice, hanno avuto il diritto di disporre del corpo della propria vittima? Le preoccupazioni del giovane, dunque, mi sembrano alquanto esagerate. E pretestuoso mi sembra dunque l'appello a una legge che dovrebbe regolarizzare casi tanto eccezionali da essere statisticamente irrilevanti.
Con l'aggravante che avete approfittato di un programma di larghissima audience senza il minimo contraddittorio.
Con vivo disappunto,Giovanni Romano
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