Credete che siano i malati terminali, quelli senza speranze, quelli che dovrebbero venire "pietosamente" tolti di mezzo?
Vi sbagliate, e di grosso. Quelli che vivono attaccati alle macchine siamo noi, che ormai abbiamo continuamente bisogno del computer per lavorare, per scrivere, per tenerci informati, per archiviare documenti e foto, per giocare, per trovare amici, per telefonare, per trovare ricette di cucina, per tutti gli usi più stravaganti e per quelli più seri che vi vengono in mente. Tutto scompare dentro quello spazio a zero dimensioni che è il mondo virtuale.
Più di una volta, usando il computer, ho provato l'impressione di essere diventato io la sua periferica. Persino per lamentarsi del computer è necessario usare il computer. E dopo questo sfoggio di banalità, passo e chiudo.
Vi sbagliate, e di grosso. Quelli che vivono attaccati alle macchine siamo noi, che ormai abbiamo continuamente bisogno del computer per lavorare, per scrivere, per tenerci informati, per archiviare documenti e foto, per giocare, per trovare amici, per telefonare, per trovare ricette di cucina, per tutti gli usi più stravaganti e per quelli più seri che vi vengono in mente. Tutto scompare dentro quello spazio a zero dimensioni che è il mondo virtuale.
Più di una volta, usando il computer, ho provato l'impressione di essere diventato io la sua periferica. Persino per lamentarsi del computer è necessario usare il computer. E dopo questo sfoggio di banalità, passo e chiudo.
Giovanni Romano
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