Su Eluana Englaro sono state riversate tonnellate di pietà da ambo le parti. I pro-life per farla vivere, i necrofili per farla morire. Devo dire la verità, a me quella ragazza, con tutta quella sua voglia di morire anticipata, un po' sta antipatica, come mi sta tuttora antipatico Welby, che fin dall'inizio m'ispirò un sentimento di vivissima avversione per il suo piagnisteo mediatico che soffocava le voci di chi voleva vivere.
Di Eluana mi ha colpito l'atteggiamento assolutamente negativo verso la vita, forse riflesso dell'educazione laicista e atea del padre, che ha sempre odiato le scuole religiose frequentate dalla figlia. Lei stessa, poi, "si è menata la sentenza", come si dice dalle mie parti. E dal momento che forse Dio esaudisce molto più volentieri le nostre paure che le nostre speranze, ecco che l'incidente le è puntualmente capitato (un incidente che lei ha fatto da sola, si badi bene. Avrebbe potuto essere più prudente).
E tuttavia, le prove portate da "Avvenire" (a meno che non siano un'assoluta mistificazione, ma non lo credo) parlano di una ragazza solare, capace di affetto e di amicizia, riconoscente proprio verso le insegnanti dell'istituto linguistico che il padre ha tanto cercato di diffamare. Se "Avvenire" ha ragione, siamo di fronte alla più bieca e omicida operazione ideologica mai effettuata in Italia, peggiore ancora che gli anni di piombo. Un'operazione di morte alla quale in queste ore si è prestato lo stesso Presidente della Repubblica, lo scrivo con grande dolore. La sinistra non cambia e non cambierà mai, non c'è possibilità di dialogo con chi la pensa come loro.
Di Eluana mi ha colpito l'atteggiamento assolutamente negativo verso la vita, forse riflesso dell'educazione laicista e atea del padre, che ha sempre odiato le scuole religiose frequentate dalla figlia. Lei stessa, poi, "si è menata la sentenza", come si dice dalle mie parti. E dal momento che forse Dio esaudisce molto più volentieri le nostre paure che le nostre speranze, ecco che l'incidente le è puntualmente capitato (un incidente che lei ha fatto da sola, si badi bene. Avrebbe potuto essere più prudente).
E tuttavia, le prove portate da "Avvenire" (a meno che non siano un'assoluta mistificazione, ma non lo credo) parlano di una ragazza solare, capace di affetto e di amicizia, riconoscente proprio verso le insegnanti dell'istituto linguistico che il padre ha tanto cercato di diffamare. Se "Avvenire" ha ragione, siamo di fronte alla più bieca e omicida operazione ideologica mai effettuata in Italia, peggiore ancora che gli anni di piombo. Un'operazione di morte alla quale in queste ore si è prestato lo stesso Presidente della Repubblica, lo scrivo con grande dolore. La sinistra non cambia e non cambierà mai, non c'è possibilità di dialogo con chi la pensa come loro.
Giovanni Romano
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