Allegria, gente.
Questo non è un blog trasgressivo. E' contro i trasgressivi a buon mercato. Questo non è un blog onesto o politicamente corretto. E' contro gli onesti e i politicamente corretti di professione. Questo non è un blog fuori dal coro, perché al suo autore piace la musica corale e l'unità tra le persone che essa crea.
domenica 31 dicembre 2006
L'è 'l dì de mort, alegher!
Allegria, gente.
Il Capodanno degl zombi
Quest'anno, perdonatemi, gli auguri non mi sento di darli a nessuno. Auguro soltanto, alle persone che mi sono care, di scampare alla barbarie che avanza.
Il Natale svuotato
E' stato un Natale in cui, forse davvero per la prima volta nella storia, nessuno ha atteso più niente, nessuno ha sollevato lo sguardo.
Forse ci sentiremo "buoni" solo perché il governo, bontà sua, prima o poi ci raddoppierà la razione di cannabis. Così almeno potremo dimenticare la Finanziaria e i nostri dispiaceri, l'inquietudine del cuore che nessun consumismo e nessuna rivendicazione di "diritti" potranno mai imbavagliare.
giovedì 28 dicembre 2006
Dedicato a chi sbeffeggia i santi e crede ai fanti...
Luci accese e cervelli spenti
domenica 24 dicembre 2006
Buon Natale, ma non a tutti
Per questo, stavolta, non sono buonista, e non auguro Buon Natale a tutti. In particolare non auguro Buon Natale:
- Ai radicali e a chi la pensa come Welby;
- Ai protestanti che si sono servizievolmente prestati per il funerale di un suicida;
- Al ministro Mussi che ha tolto il veto italiano alla manipolazione e all'uccisione degli embrioni;
- A Corrado Augias, Margerita Hack, Veronesi, i Verdi, tutti i laicisti in generale
- Ai pacifisti che non hanno mai niente da dire quando vengono perseguitati i cristiani;
- Ai "profeti" del "dialogo" a tutti i costi, anche a spese della verità;
- A chi, anche tra il clero, ritiene che sia sufficiente pensare di essere cristiani senza dirlo;
- Ai guitti strapagati come Fiorello, Crozza e De Sica che con intrepido coraggio prendono in giro la Chiesa che non può difendersi e se la fanno sotto quando c'è da criticare l'islam;
- A chi riduce il Natale a predica moralistica contro il consumismo, e non si accorge che nel frattempo hanno tolto di mezzo il Bambino Gesù.
- A chi è semplice di cuore tanto da essere grato che nasce un Bambino;
- A chi sa affrontare e sopportare dignitosamente la propria sofferenza, e riesce a dare speranza agli altri;
- A chi, anche per una volta all'anno, guarda alla vita in modo diverso, senza rancore, e spera nell'Altro che viene, e che lo può salvare.
Una testimonianza silenziosa contro Welby
sabato 23 dicembre 2006
L'abbaglio di Michele Brambilla
giovedì 21 dicembre 2006
L'idolo della modernità
Ma alla Chiesa non interessa costruire trincee. Alla Chiesa interessa solo che il cuore dell'uomo non s'indurisca definitivamente nel male, e non cada nell'abisso che egli stesso si fabbrica, come nel caso dell'eutanasia.
La "modernità" come la intende Cacciari è forse un idolo che esige sacrifici umani?
lunedì 18 dicembre 2006
Eutanasia del Presepe 2
Non c'è affatto da stupirsi del laicismo della regione Liguria. In Canada o negli USA, poi, dove esporre il Presepe o l'albero di Natale è praticamente un reato, una proposta del genere non sarebbe stata nemmeno presa in considerazione. Ma è triste pensare che si pensi a imporre per legge il Presepe. Fino a qualche anno fa non ci sarebbe stato bisogno di circolari e di decreti: ci sarebbe voluta una circolare per farlo sparire.
Come abbiamo potuto rinunciare alla gioia che il Presepe ci dava, in nome di un "rispetto" che novantanove volte su cento è soltanto paura o vergogna di noi stessi? Chi ce ce le ha potute instillare così facilmente? La nostra apostasia è tanto più pericolosa perché è tacita, non ha ragioni, è pura sottomissione alla mentalità laicista.
E' inutile lamentarsi e accusare gli altri, dobbiamo fare prima di tutto un esame di coscienza noi. Cosa ci è successo, e da quanto tempo questo stava succedendo? Perché non abbiamo voluto vedere? Fino a qualche tempo fa, ci commuoveva Gesù Bambino. Ora Gesù è diventato quasi una parola sconveniente, figuriamoci se bambino.
Nostro Signore aveva già previsto che ci si sarebbe scandalizzati di Lui (Mt 11,5), ma aveva anche definito "beati" quelli che non si sarebbero fatti irretire o ricattare da questa mentalità. Mai come ora la fede è riportata impreriosamente alla sua autenticità, non avrà niente di sentimentale anche perché il mondo intorno si è fatto cento volte più arido, cinico e bugiardo.
Non si tratta di sbandierare i simboli, loro non potranno più rassicurarci. Il Presepe si reggeva fintantoché si è retta la dignità e il significato della famiglia, cioè di un rapporto che regge alle avversità, oltre al signficato e al valore dei figli. Ma che ne può sapere del Presepe una "cultura" che permette i PACS? Che ne sa del Presepe una subcultura che permette l'eutanasia dei bambini, o nella migliore delle ipotesi considera il bambino una disgrazia, un impedimento, un peso, un fastidio che impedisce lo shopping e le vacanze?
Il Presepe dà fastidio per il suo significato umano prima ancora che religioso. E lasciando da parte le idiozie ireniste sul "dialogo", guardiamo in faccia una buona volta l'odio del mondo a Cristo e alla vita.
domenica 17 dicembre 2006
Eutanasia del Presepe
Ma resta ugualmente il problema di quanto siano numerosi, e mediaticamente agguerriti, gli insegnanti italiani che prendono a pretesto l'arrivo di alunni musulmani per togliere di mezzo il Presepe. Reduci frustrati del '68, e i cascami loro allievi? Cristiani idiotamente "buonisti"? Semplici fifoni che tacciono per amor di quieto vivere? Probabilmente tutte e tre le cose. Ma il Presepe è diventato un'astrazione soprattutto per noi "cattolici" italiani.
Quest'anno ad esempio nella mia scuola il Presepe non si farà. E non per una accresciuta presenza islamica (è addirittura diminuita), semplicemente per disinteresse, perché nessuno si è prestato per montarlo, e le offerte dell'anno scorso si sono rivelate troppo scarse per rifarlo grande e bello com'era.
Non incolpiamo dunque i musulmani, ma la nostra ignavia e il nostro disincanto, magari mascherato di attivismo equosolidale.
L'inconsistenza "oceanica" dei cattolici
Ma qual è stata la reazione del mondo cattolico, a parte la voce coraggiosa del Papa e di alcuni vescovi? Niente, silenzio assoluto, o al massimo assensi di routine. Di fronte alle "veglie" organizzate dai radicali in 50 città (credo che il numero però sia gonfiato, varrebbe proprio la pena di verificare) dove sono i milioni di persone che hanno fatto la fila per andare a vedere il feretro del Papa Santo, Giovanni Paolo II? Dov'è il milione di giovani della GMG? Dove sono i 30.000 o 50.000 presenti bisettimanalmente all'Angelus di Papa Benedetto XVI? Fedeli, o soltanto turisti del sacro? Perché i sacerdoti non hanno il coraggio di invitare a veglie di preghiera per la vita, non in 50, ma in 50.000 parrocchie? Che ne è di queste folle tanto sorridenti quanto smemorate? Aveva forse ragione Giovanni Testori a parlare di "idiota allegria cattolica"?
E' facile vivere momenti di grande commozione e intensità, più facile ancora quando si è in tanti, ben chiusi nel nido caldo della parrocchia, del movimento, del gruppo scout o quel che volete voi. Ma molto più difficile testimoniare Cristo da soli, nel proprio ambiente, nel proprio condominio, di fronte ai propri colleghi sprezzanti e ostili verso la religione (quella cattolica, non certo quella islamica, hanno troppa fifa! E poi l'islam, religione senza misteri e senza sacerdozio, è molto più compatibile col potere laicista che non il cristianesimo).
Noi cattolici stiamo dando il triste spettacolo di un enorme corpo senza braccia per agire, e soprattutto senza la testa per pensare e rispondere ai sofismi e al bombardamento mediatico dei radicali e dei mass-media. Un gigante, non dico coi piedi d'argilla, ma inconsapevole della propria forza, e troppo riluttante a usarla, anche perché abbiamo interiorizzato e trasformato in paralizzanti complessi di colpa tutte le accuse, anche quelle più infondate e ingiuste, contro la nostra fede.
Abbiamo teso la mano al "mondo", ma il "mondo" è rimasto quello di cui parla il Vangelo di Giovanni: il luogo dell'ostilità e dell'odio a Cristo. Troppo ingenuamente abbiamo pensato che bastasse essere "cristiani coerenti", cioè buoni a volte fino alla stupidità (dimenticando Mt 10,16), docili pagatori di tasse, volenterosi sgobboni sul lavoro, piamente tolleranti verso tutte le opinioni, disposti anche a criticare e ingiuriare la Chiesa, per farci amare e accettare dagli altri. Non potevamo sbagliarci più di così, e le conseguenze sono state duplici. Una gran parte dei fedeli se n'è andata, banalizzando la fede in un superficiale buonismo irenista. E quelli che sono rimasti, coloro che veramente hanno voluto percorrere la strada della coerenza evangelica, si sono resi conto che l'odio del mondo non è diminuito nei loro confronti, anzi è aumentato. Basti pensare a Frére Roger, Annalena Tonelli, Suor Leonella Sgorbati, Don Andrea Santoro.
Con questo non voglio dire che i cristiani debbano farsi volgarmente "furbi", adeguarsi al cinismo di questo mondo e tornare a usare la forza e la sopraffazione. Dico soltanto che gli attuali avvenimenti devono renderci consapevoli di quale sia il prezzo reale dell'aderire a Cristo, che comporta il coraggio della testimonianza esplicita e non solo della vita coerente (con buona pace del pelagianesimo alla Tettamanzi), l'emarginazione sul lavoro, l'imbavagliamento mediatico, persino le aggressioni verbali e fisiche.
Non ci sono sconti. E non è il numero che ci renderà forti di fronte al mondo, ma la consapevolezza di una inesorabile diversità tra noi e il mondo, la consapevolezza di una ricchezza e di una libertà che il mondo non possiede, per quanto grandi possano sembrare le sue conquiste.
Invece di auto-colpevolizzarci, dovremmo recuperare un sano orgoglio, anzi una sana gratitudine per la grazia che Dio ci ha fatto venendo nella carne, abbracciando e salvando la nostra vita e la nostra morte. al di là di ogni falsa sicurezza nei nostri meriti, nella nostra bontà, nella nostra volontà di "dialogo", sarà lo stupore dell'avvenimento cristiano, e della sua radicale diversità rispetto al cinismo del mondo, a renderci capaci di contrattacco contro un pensiero tanto inumano come quello laicista che imperversa e imperverserà sempre più.
Giovanni Romano
Poveri rapinatori giocherelloni!
Ma andate a chiederlo ai tabaccai uccisi con armi vere, o andate a chiederlo a un tabaccaio che ho conosciuto io, cui i banditi hanno spaccato la testa a colpi di calcio di fucile fino a mandarlo in coma. Andate a chiederlo alle guardie giurate dei furgoni portavalori, se erano armi giocattolo i fucili d'assalto che sono stati usati contro di loro!
Io sospetto che sia la stampa a truccare la realtà a favore dei delinquenti, quando è il loro turno di essere presi a bersaglio da quelli che credevano facili prede.
Giovanni Romano
sabato 16 dicembre 2006
Ma per Welby non provo compassione
Devo anzi confessare di provare io rancore verso Welby, che strepita le sue rivendicazioni di morte proprio nei giorni in cui Cristo nasce e viene a dare speranza agli uomini con la Sua vita (il che include anche il Suo sacrificio, che da quel momento in poi non ha reso inutile il dolore). Il suo atteggiamento, che ne sia consapevole o meno, è quello di un anticristo. Grazie a lui passerò uno dei Natali più tristi e inquieti della mia vita, per paura di quel che avverrà dopo che gli daranno inevitabilmente ragione (prova a opporti all'ondata mediatica!): sarà aperta la strada all’eutanasia, fino a renderla obbligatoria per quelle che saranno giudicate (da chi?) “vite a perdere”.
Già pochi giorni dopo lo scoppio del caso Welby, dalla Campania un’anziana madre tutta in lacrime chiedeva la “dolce morte” per i suoi due figli gravemente ritardati che lasciava dietro di sé. Che si pensi tanto facilmente a togliere di mezzo la vita (e per giunta disporre di quella altrui) anziché averne cura lo dovremo a Welby e suo al corteo di becchini. Possa Dio confonderli e dannarli!
E di fronte alle “veglie” blasfeme che chiedono la morte, la Chiesa dovrebbe avere il coraggio di mobilitarsi per organizzare veglie di preghiera e scongiurare il dilagare della menzogna e del delirio di morte che ci ha preso. In pochi giorni è stato disfatto –con lucida determinazione- tutto il risultato del referendum sulla legge 40.
Ci sono due ulteriori considerazioni da fare. Primo, a nesuno è venuto in mente che la "sedazione terminale" invocata da Welby somiglia molto all'iniezione letale praticata sui condannati a morte negli USA. E nei giorni scorsi uno di loro ci ha messo trenta minuti di agonia atroce, per morire, tanto che è stato necessario ripetere la dose mortale. Niente garantisce che la morte di Welby, né di alcun altro nelle sue condizioni, sia "dolce" e "indolore".
Non lo fu nemmeno per Ramon Sampedro, l'idealizzato protagonista del film "il mare dentro". Le rivelazioni della donna che lo aiutò a morire, che si è decisa a parlare solo dopo che il suo reato è caduto in prescrizione, ci hanno fatto sapere che Sampedro non morì fulminato dal cianuro, ma agonizzò per circa un quarto d'ora, con rantoli tanto spaventosi che lei si chiuse terrorizzata nel bagno. Ci scandalizziamo per la morte atroce di un criminale, accettiamo tranquillamente che Welby rischi di fare la stessa fine. Ma sappiamo ragionare o no?
Secondo: a mio parere, la Chiesa ha sbagliato quando ha concesso ai suicidi la sepoltura in terra consacrata. Non che questo importi qualcosa a Welby & C., ma era un segno forte, non buonista, che ammoniva l’uomo sulla gravità del suo gesto e sull’eternità del suo destino.
Grazie, Welby, per aver rubato un po' di voglia di vivere a chi sta lottando in condizioni difficili come le tue. Grazie per averci oscurato e reso triste il Natale, grazie infine per aver allontanato un po' di più gli esseri umani gli uni dagli altri.
Con profonda avversione,
Giovanni Romano
venerdì 15 dicembre 2006
lunedì 11 dicembre 2006
E hanno pure il coraggio di lamentarsi!
Lungi da me difendere qualsiasi tipo d'intolleranza. Ma dov'erano questi signori quando si gridava impunemente "buffone" a Berlusconi (con la benedizione della magistratura), o quando uno scalmanato vero gli ha tirato addosso il cavalletto di una macchina fotografica? Dov'era la loro solidarietà, il loro senso civico? Dov'era questa gente, quando Genova fu messa a ferro e fuoco, anche qui del tutto impunemente?
Solo adesso che sono loro il bersaglio della contestazione, dopo averci spietatamente taglieggiati con la finanziaria, si accorgono di avere allevato una generazione d'intolleranti e di violenti?
La loro cretinaggine fa il paio solo con la loro ipocrisia.
Giovanni Romano
lunedì 4 dicembre 2006
Good riddance, Casini!
Ricordo che solo in occasione del referendum sulla legge 40 ebbe il coraggio di dichiararsi pubblicamente per l'astensione, ma non subito. Nei primi giorni fu ambiguo come al solito, dichiarando che non avrebbe fatto sapere fino all'ultimo momento se avrebbe votato o no. Fu qualche buona tirata d'orecchi, più che una improbabile crisi di coscienza, a fargli cambiare parere.
Se il Polo non fosse tanto povero nei principi (basti pensare a un meschino intrigante come Fini) e inarticolato quanto al modo di esprimerli, la dipartita di Casini sarebbe un evento da salutare con sollievo, non certo con rimpianto.
Good riddance, Casini!
Giovanni Romano
Appello e commento contro Rule of Rose
Mentre la Presidente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia, On. Anna Serafini, sostiene che "la violenza dei videogiochi fa perdere il confine fra bene e male", la Prof.sa Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo all'Universita' La Sapienza di Roma, dichiara a Panorama che "la cosa preoccupante e' la filosofia che pervade questi giochi. Si vince se si e' piu' violenti. Viene premiata la violenza e la criminalita' e il ragazzo puo' abituarsi, in una sorta di inquietante adattamento cognitivo".
E' sotto gli occhi di tutti l'aumento dei casi di violenza perpetrata da giovani su altri giovani, su persone disabili o diverse, sui propri genitori, sugli anziani, ed e' difficile pensare che questo fenomeno non sia legato all'aumento della violenza e dell'aggressivita' nelle immagini e nei messaggi ai quali i ragazzi, attraverso videogames, cinema e televisione, sono continuamente sottoposti.
In questo contesto, la produzione e l'immissione sul mercato di prodotti di entertainment con contenuti devianti, cinici e con finalita' di gioco esplicitamente contrarie al rispetto della vita e della legge, non puo' che essere considerato da parte di un'impresa un GRAVISSIMO ATTO DI IRRESPONSABILITA' SOCIALE.
Gli intellettuali, i professionisti, gli uomini e le donne firmatari di questo appello sono legati dalla convinzione che le ragioni del business e del profitto non possono giustificare scelte d'impresa che possono produrre effetti dannosi per i singoli individui, per le famiglie e per l'intera societa'.
Su questa base CHIEDONO alle singole imprese dell'entertainment video e alle loro rappresentanze di settore di RINUNCIARE ad iniziative di produzione e commerciali basate su prodotti dal contenuto così palesemente violento e antieducativo per i giovani, al fine di NON ALIMENTARE il fenomeno dilagante del bullismo, della violenza e della criminalita' giovanile e contribuire, invece, alla crescita di una generazione sana, retta e cosciente dei valori e del rispetto dell'essere umano e della legalita'.
A dire il vero, avevo letto una recensione del gioco, definito "perverso e inquietante" (ma quasi fosse un complimento) dalla rivista sulla quale era pubblicata. Credo che lo scopo del gioco non sia il seppellimento della bambina ma impedire che venga seppellita da un'orda di bambini sadici e pazzi. Il che, ovviamente, non toglie nulla alla crudeltà del gioco né alla sua perversione morale. Per questo gli va detto assolutamente NO.
Il punto è che questo è il gioco più perfetto che si possa immaginare per una società orfana come la nostra. Orfana è la vittima predestinata, la più indifesa per definizione. Orfani sono anche i suoi carnefici. Senza adulti, Senza nessuno che gli voglia bene e gl'insegni il senso del bene e del male, i bambini possono scatenare i propri istinti più demoniaci. E se questi sono i bambini, figuriamoci gli adulti!
La mentalità che vuole il bambino "perfetto", altrimenti lo scarta e lo abortisce (e questo vale anche per l'eutanasia), in realtà teme e demonizza i propri discendenti. Li vede ormai come pericoli potenziali, alieni, mostri, non certo figli, perché nessuno ormai si prende la responsabilità di essere genitore, né gli è permesso di farlo. La mania di istituzionalizzare e medicalizzare ogni problema, sterilizzando o uccidendo la famiglia, ci ha portati a costruire il Grande Orfanotrofio dove si può ammazzare per puro capriccio.
Meditate, gente, meditate (se ne siamo ormai capaci).
Giovanni Romano
martedì 28 novembre 2006
L'ultimo sussulto della coscienza
lunedì 27 novembre 2006
Sono gli hackers i veri censori della Rete
Certo chi non ha problemi di famiglia regolare con i figli a carico, per cui conta soltanto «l'amore», ha molto tempo per impedire con tutti i mezzi di esprimersi a chi vuole invece difendere un tipo di famiglia che invece i figli li genera e desidera educarli!
Chiediamo solidarietà a chi ha a cuore il diritto di tutti di potersi esprimere liberamente.
Grazie di cuore. La difesa della libertà di uno significa la difesa della libertà di tutti.
CulturaCattolica.it
Esprimo la mia solidarietà più piena a questo sito bene informato, indipendente e coraggioso.
Giovanni Romano
giovedì 23 novembre 2006
E' questo il modo di accogliere i turisti?
Si parla molto di rilancio del turismo come risorsa del Sud dopo anni di improduttive "cattedrali nel deserto" (come se un vescovo fosse così stupido da averne mai costruita una proprio lì!), ma poi, arrivati al dunque, ecco cosa attende il turista non appena ha finito di percorrere il viale che lo porta al mare...
Non c'era proprio nessun altro posto per collocare quei cassonetti? E' possibile essere tanto bestialmente ignoranti da non capire che una vista come questa è un pugno nell'occhio per chi abbia un minimo di sensibilità per il bello?
Trani, evidentemente, s'illude di vivere di rendita attraverso la sua meravigliosa cattedrale (vedi foto a destra), il suo centro storico o il suo porto che, se fosse ben valorizzato, potrebbe farla diventare la Porto Ercole del Sud (ricordo che per qualche anno lo yatch della famiglia Natuzzi era ormeggiato proprio qui). Ma una città veramente turistica non vive di soli monumenti, bensì deve curare ogni particolare nell'ambiente che li circonda. Altrimenti si lascia l'impressione di un grande cinismo e di una grande, stupida insensibilità.
Giovanni Romano
domenica 12 novembre 2006
Mi sa tanto che Prodi ha ragione...
Quelli che l'hanno votato, ovviamente.
Giovanni Romano
venerdì 20 ottobre 2006
L'ennesima porcheria "umanitaria"
Da ora in poi, oltre ad avere il padre o la madre sofferenti, li avremo pure tossicodipendenti...
Giovanni Romano
domenica 15 ottobre 2006
L'uomo che piace alla donna
Giovanni Romano
Ironia cattolica e seriosità laica
Giovanni Romano
venerdì 13 ottobre 2006
Ma la Bibbia ha sempre ragione?
Io, in compenso, ho trovato un altro empio, ancora più cattivo e incavolato del primo...
Giovanni Romano
Pluralismo alla Prodi
martedì 10 ottobre 2006
sabato 7 ottobre 2006
Prove tecniche di dhimmitudine
Uno sconosciuto, appunto, nemmeno protetto dalla fama e dalle conoscenze altolocate di Oriana Fallaci, un bersaglio tanto più facile per gli integralisti musulmani che già si credono padroni dell’Eurabia... pardon, dell’Europa. E per questo tanto più coraggioso.
La risposta del sistema è stata immediata: il pugno e il bastone che non si lesinano contro questa categoria che Nietzsche definiva con disprezzo: “tenuta al guinzaglio moralmente e materialmente”. Quello del preside – presumibilmente minacciato anche lui – è comunque un gesto d’inqualificabile vigliaccheria.
Spero che altri Redeker abbiano il coraggio di rompere il muro dell’omertà e della paura. Al Professore auguro che qualcuno lo aiuti a trovare quanto prima un lavoro più consono alle sue doti e al suo coraggio.
Giovanni Romano
giovedì 28 settembre 2006
Maria rispedita a forza in Bielorussia. I farisei saranno soddisfatti.
Una vicenda triste davvero. Per la bambina in primo luogo, rispedita a forza lontano da una famiglia che le ha voluto bene ed è stata capace di rischiare per lei il tutto per tutto. Per
Questa vicenda mi ha fatto capire quanto siano vuote e mistificatrici le parole “dialogo” e “legalità” quando nei fatti significano schiacciare i più deboli e chi li vuole difendere.
domenica 17 settembre 2006
"La verità ti fa male, lo so"...
La verità fa male all'islam, si vede. Nemmeno uno su centomila dei musulmani che stanno ingiuriando, minacciando, bruciando e assassinando ha letto una sola delle parole del Pontefice. Tantomeno i capi e i giornalisti che stanno aizzando le folle a sangue freddo. "Avvenire" ha scritto che "Le proteste sono nate dalle parole del Papa riportare in modo incompleto e frammentario dalle agenzie di stampa". Ma perché, allora, le agenzie lo hanno fatto? Per aizzare deliberatamente la tensione a livelli intollerabili? Per costringere e umiliare anche il Papa?
E' evidente che il mondo islamico si sente più che mai sicuro di sé di fronte all'Occidente "molle" e "corrotto", cerca lo scontro e la provocazione a tutti i costi. Sembra di guardare una versione tragicamente aggiornata dellla favola del lupo e dell'agnello, con il lupo che urla e strepita tanto più forte quanto più si atteggia a vittima, e tanto più arrogante quanto più sa che anche nella Cristianità c'è chi è disposto a fargli da sponda. Ora si vede realmente cosa c'è dietro alla parola "relativismo": chinare la testa e dar ragione a chi minaccia di più.
Cristo si è mai scusato per una sola delle parole che ha detto, anche quando questo ha mandato in bestia chi gli era nemico? Anche quando poteva costargli -e Gli è costato- la vita? Potremo sempre vivere nella paura, guardandoci timorosamente dietro le spalle nel timore di offendere qualcuno? E si è proprio sicuri che sarebbe un bene convivere con chi, oltre a invaderci, è pronto a offendersi a ogni pie' sospinto? Andrea Riccardi può scrivere tutte le sciocchezze che vuole. Quello che sappiamo è che, di questo passo, saremo annientati e sottomessi.
Quello che mi ha profondamente ferito, più ancora delle violenze islamiche, è stato il comportamento della BBC. All'inizio ha completamente ignorato la visita del Papa in Baviera, e probabilmente non avrebbe detto niente se non fosse scoppiato questo putiferio fomentato ad arte. Poi si è supinamente allineata alla versione dei fondamentalisti islamici. Sul suo sito, per fortuna, compare anche il discorso di Regensburg che ha provocato l'ira dei musulmani. Era offesa richiamare la verità storica? Era offesa ricordare che Maometto non raccomandava la diffusione dell'Islam con la violenza? Era offesa ricordare che Dio non si compiace degli spargimenti di sangue?
La conversazione citata dal Papa si svolge, guarda caso, durante uno degli innumerevoli assedi subiti da Costantinopoli a opera dei musulmani, e che culmineranno con la presa e l'orribile strage del maggio 1453. I musulmani si risentono di questo? Perché non chiedono loro scusa di quanto hanno fatto ai cristiani, da più di milletrecento anni?
Stia attento però chi cerca guai a tutti i costi. Potrebbe trovarli, un giorno o l'altro, e in questo caso, se i musulmani dovessero subire a loro volta l'ira dei cristiani (la cui pazienza, ricordiamolo, ha un limite) avrebbero da ringraziare solo se stessi.
giovedì 31 agosto 2006
domenica 27 agosto 2006
Lettera postuma ad Angelo Frammartino
Caro Angelo,
Addio,
I due scudetti della Juventus
Non è ancora iniziato il campionato, e la Juventus ha già vinto incontestabilmente due scudetti: quello dell’antipatia e quello dell’arroganza.
Giovanni Romanogiovedì 20 luglio 2006
Chi è il filantropo?
Giovanni Romano
N.B: Tra [] la forma più acida.
sabato 15 luglio 2006
mercoledì 12 luglio 2006
Hackers al di là della retorica
La vicenda si è conclusa con un finale da Libro Cuore: nonostante la condanna, i quattro hanno trovato lavoro proprio in alcune delle multinazionali da loro attaccate. Dove, non c'è bisogno di dirlo: nel settore della sicurezza informatica. Ritorna trionfante il mito dell'hacker come Robin Hood che combatte i cattivi Sceriffi della Rete. Un mito che il giornalista del TG2 si è ben guardato dal mettere in discussione.
Noi invece proviamo a farlo, e con una considerazione molto semplice: queste persone, all'apparenza tanto sfrontate nei confronti dell'autorità, hanno una fifa blu di violare i siti realmente pericolosi. Mai, ad esempio, si è visto un hacker che abbia violato il sito di una qualunque organizzazione legata ad Al Quaeda. Saranno stati cancellati o adulterati i discorsi del Papa o di Bush, mai quelli di Bin Laden o il video della decapitazione di ostaggi da parte dei terroristi islamici. A onta degli slogan politicamente corretti con cui questa gente va imbrattando i siti, mai hanno lasciato un messaggio di protesta o di rifiuto della violenza e del terrorismo in faccia ai terroristi veri. Sempre ideologia, mai umanità.
Si capisce subito il perché. Il Vaticano, la Casa Bianca o la Microsoft oltre più di una denuncia non possono fare. Ben altro è mettersi contro gente che, se tutto va bene, è capace di recapitare a domicilio una bomba, una coltellata o un colpo di pistola, senza contare le vendette contro il resto della famiglia.
Chiamateli pure eroi, se volete. E loro si considerino pure eroi, per quel che m'importa. Per me sono soltanto piccoli sporchi vigliacchi.
domenica 11 giugno 2006
Carte sporche e coscienze pulite
Nel mio paese, almeno fino a qualche tempo fa, chi era tornato dall'emigrazione in un altro paese diceva spesso: "Ah, ma in Svizzera ti arrestano, se solo butti una carta per terra!". Agli occhi della buona gente questo rigore, evidentemente, era una grande prova di civiltà.
venerdì 2 giugno 2006
Abbiamo la Repubblica, ma non abbiamo le navi...
Approfittando della ricorrenza del 2 giugno, e lasciando perdere il modo in cui l'hanno celebrata, vorrei riflettere su una questione apparentemente marginale: la mancanza d’identità repubblicana delle nostre navi militari.
Il ruggito del coniglio
Sarebbe facile lamentarsi del chiassone, del disturbatore, chiedere l’intervento della PS, dei Carabinieri, dei Vigili Urbani, dell’esercito e dei paracadutisti. Ma chi c’è sopra quella moto, e cosa vuole dire con quei ruggiti notturni? Provocazione, solitudine, sfida, rabbia, bravata, senso di vuoto? Perché logorare un bel motore accelerando e decelerando all’impazzata? Perché non andare fuori città, e scatenare lì la moto in tutta la sua potenza?
Che domanda ingenua! Il Nostro forse non è un vero centauro. Non ama la moto, ma l’effetto che produce attraverso la moto. Fuori città non c’è nessuno, tutti quei ruggiti si perderebbero nel vuoto indifferente della notte deserta. Lui ha bisogno di noi, di un pubblico che deve ascoltarlo per forza. Ha bisogno di farsi sentire, di sentire lui quanto è bello e grosso e potente il suo giocattolo. Perché senza il suo giocattolo, chissà, nessuno si accorgerebbe che esiste. E’ sulla moto che si sente forte, forse perché il suo io è debole. Debole da far pietà, e lo dico senza disprezzo. Provo pietà per quelle bravate sempre uguali a se stesse, per quella moto che gira in tondo senza scopo, e per una vita che –s’intuisce- al di là del rumore con cui si tenta di soffocare l’inquietudine, si condanna anch’essa a girare in tondo senza scopo.
Giovanni Romano
venerdì 12 maggio 2006
No, non è la BBC (e meno male!)
Magliette a strisce
C'è una cosa che francamente non capisco. come ha potuto un signor nessuno come Moggi non tanto arrivare alla carica di direttore generale della Juventus (nella vita ognuno è libero di cogliere le sue grandi occasioni) quanto arrivarci a condizioni che qualunque ditta seria avrebbe rifiutato su due piedi. Come è possibile, infatti, che l'abbiano nominato "direttore generale a tampo indeterminato", praticamente a vita, del tutto indipendentemente dalla stessa proprietà? Come ha fatto la Juventus, una squadra che si vantava della propria probità e serietà, mettersi nelle mani di un faccendiere di quella risma? E perché le altre "grandi" tacciono? Chi c'era, e chi c'è, dietro Moggi e gli altri?
Domande che probabilmente resteranno senza risposta. Ma non ho nessun sentimento di malevola rivalsa per quello che si sta scoprendo in questi giorni. Al contrario, mi dispiace molto. Perché al di fuori dei giochi, delle combines, dell'isteria mediatica, il calcio è davvero un bello sport. Specialmente quello praticato. Preferisco il più scalcinato dei campetti di periferia al più patinato dei talk-show.
Un consiglio a Moggi & C.: toglietevi le magliette a strisce delle grandi squadre e preparatevi a indossare altri vestiti, anch'essi a strisce. E' quello che meritate!
mercoledì 10 maggio 2006
L'elezione di Napolitano: un’occasione mancata per il centro-destra
D’accordo, si può tacciare il centro-sinistra di arroganza per aver voluto spingere a tutti i costi, sulle prime, la candidatura di D’Alema (anche se in politica spingere una candidatura spesso equivale a “bruciarla”). Tuttavia il nome di Napolitano era la migliore scelta possibile. Non soltanto dal punto di vista tattico (se si volevano creare tensioni nel centrodestra, lo scopo è stato raggiunto in pieno) ma anche da quello sostanziale. Una candidatura seria sia perché Napolitano, da non pochi anni, era fuori dai giochi di partito grazie alla sua carica di senatore a vita (anche lui, probabilmente, “giubilato” ai suoi tempi perché non allineato al 100% con la linea ufficiale del PCI), sia per il suo impeccabile curriculum come Presidente della Camera.
Eleggendo Napolitano entro i primi tre scrutini, il centrodestra sarebbe rientrato nel gioco politico e avrebbe dato un segnale importante di unità nazionale e senso dello stato. Quel che mi riesce difficile da capire, a parte la vivissima avversione personale di Berlusconi per il comunismo e i comunisti, è come mai egli abbia deciso di accodarsi supinamente alle posizioni della Lega, un partito marginale e in calo di consensi all’interno dello stesso centro-destra.
Affinità culturale? Probabile. Ma è proprio sulla cultura, sull’immagine, sulla tanto cruciale “egemonia” che si gioca la partita! Indubbiamente il centro-sinistra ha vinto ancora una volta su questo terreno, perché è riuscito nuovamente ad accreditare la propria immagine di “Partito degli Onesti” (o piuttosto dei Fabbricanti di Onestà, che non è la stessa cosa…). Tanto è stata martellante e insinuante la propaganda di sinistra, che non è praticamente possibile pensare a un cattolico come a una personalità credibile per la carica di Presidente della Repubblica. E i vecchi “galantuomini” liberali dello stampo di Croce o Einaudi appartengono ormai al passato.
Realisticamente, il centro-destra avrebbe dovuto scegliere la strada del male minore. Proprio la parte politica che sostiene di combattere le aberrazioni e le derive ideologiche e di sostenere la Patria doveva dimostrarsi in grado di preferire la persona, passando sopra all’ideologia, nell’interesse del Paese.
Un altro errore, in prospettiva molto più grave, ha commesso la premiata ditta Berlusconi & Bossi: disinteressandosi dell’elezione del Presidente, ha dimostrato di svilire e misconoscere una carica che invece sta riscuotendo sempre più consenso e popolarità tra il popolo italiano, vista come un polo di equilibrio in uno scontro avvelenato. L’elezione del Presidente, una volta trovato un nome ragionevolmente accettabile, non era questione di scontro con la sinistra. I terreni di scontro saranno altri, e il Polo fa malissimo a logorarsi e dividersi già da ora.
Giovanni Romano
venerdì 5 maggio 2006
Il Corano, la Croce, il bordello
Che dire? Le conclusioni sono ovvie. I giovani musulmani non hanno nemmeno pensato a rivolgersi a un giudice, anche perché quello che volevano dimostrare era di avere il controllo del quartiere e soprattutto quanto fosse "superiore" l'islam verso i disprezzati kafir, gli infedeli cristiani e occidentali.
lunedì 17 aprile 2006
Il Codice da Vinci e la narcosi della coscienza
La morte di Cristo sulla croce è "una leggenda" per il 13% degli statunitensi e il 17% dei canadesi, convinti altresì che Gesù fosse sposato e avesse figli. Sono i risultati di un sondaggio Ipsos- CanWest su un campione di 1.600 perso- ne,realizzato nella settimana pasquale. Secondo il vicepresidente della società di sondaggi, il dato -sorprendentemente alto in 2 Paesi tradizionalmente religiosi e conservatori- sarebbe legato al successo del "Codice da Vinci"."Ci mostra il potere di una storia, un romanzo, per modellare l'opinione pubblica".
Ci sarebbe più di una osservazione da fare. Prima di tutto l'esiguità estrema del campione rispetto a una popolazione che abbraccia i due terzi del continente nordamericano. In secondo luogo, e specialmente con l'esperienza di numerose elezioni politiche, è fin troppo facile far dire ai sondaggi quel che si vorrebbe sentire. In terzo luogo, definire "religioso e conservatore" il Canada, un paese ormai completamente scristianizzato, anzi nemico del cristianesimo, specialmente nella sua élite culturale e politica (lo so per esperienza diretta) è quantomeno fuorviante.
C'è un'altra osservazione da fare, altrettanto importante. Dire che Gesù fosse "sposato e con figli", secondo il codice culturale ormai dominante in USA e Canada, non significa affatto affermare che fosse un uomo responsabile, un padre di famiglia capace di dar vita a una aggregazione duratura, stabile, piena d'affetto. Significa al contrario due cose:
- Che fosse incapace di trattenere i desideri della carne, sottomesso all'istinto sessuale come tutti (il che, ovviamente, non solo schernisce la verginità, ma libera un sacco di gente -specialmente il 13% di cui sopra- dalla fatica di seguirlo sulla strada del dominio di sé);
- Che fosse divorziabile come tanti altri, che fosse disposto cioè a trattare gli altri -la donna in particolare- non come esseri che avessero ognuno un valore infinito -come nei Vangeli- ma per soddisfare un tornaconto esclusivamente suo.
In conclusione, questa "ricerca" offre un comodo alibi per non credere, per non impegnarsi, per dare anzi al lettore il sollievo di sentirsi colto, "iniziato", e di vedere Cristo ridimensionato alle sue misure più basse. Quanto è comodo poter guardare Cristo dall'alto in basso e dire: "Chi è questo scocciatore che pretende di dirmi come mi devo comportare? Chi si crede di essere?".
Libri come Il codice Da Vinci, con il contorno delle "ricerche" altrettanto pseudo-scientifiche che li accompagnano, non sono che una ennesima conferma della narcosi della coscienza occidentale.
Giovanni Romano
venerdì 14 aprile 2006
Lettera aperta ai vegetariani, animalisti & C.
giovedì 13 aprile 2006
E voi credete che staranno zitti?
giovedì 23 marzo 2006
Grazie, Giuliana Sgrena, di avermi fatto vergognare di essere italiano
domenica 5 marzo 2006
Bravo Calderoli!
giovedì 2 marzo 2006
Animalisti
domenica 26 febbraio 2006
C.S. Lewis e il "dialogo" con l'islam
A cominciare dal racconto Il cavallo e il ragazzo, nelle Cronache di Narnia di C. S. Lewis compare il regno antagonista di Calormen.
Il momento in cui Lewis esprime con la massima acutezza il contrasto tra Narnia/Cristianità e Calormen/islam è quando Sasha, il protagonista del racconto, incontra per la prima volta gli ambasciatori Narniani:
"Non c'erano lettighe e portantini, ma una mezza dozzina di persone che camminava a piedi. Sasha non aveva mai visto uomini così. Avevano, come lui, pelle e capelli chiari. Non erano vestiti come la gente di Calormen e per la maggior parte avevano le gambe scoperte dal ginocchio in giù; indossavano tuniche eleganti e dai colori decisi come l'azzurro intenso, il giallo solare e il verde dei boschi. Al posto dei turbanti portavano elmi d'acciaio e d'argento, alcuni con pietre preziose incastonate, uno con due alette laterali; e tra gli uomini del corteo c'era chi aveva la testa scoperta. Al fianco portavano spade lunghe e diritte, non le scimitarre curve di Calormen, e invece dell'aria misteriosa e solenne tipica dei Calormeniani, camminavano tranquillamente, senza darsi arie, ma ridevano e scherzavano fra loro; uno fischiettava. Si vedeva che avrebbero fatto amicizia volentieri con chiunque lo avesse desiderato, ma che non si sarebbero curati di chi non ne voleva sentirne parlare. Shasta pensò che in vita sua non aveva mai visto niente di così affascinante.
mercoledì 22 febbraio 2006
La squallida vigliaccheria della folla
Il punto è che persone completamente innocenti, da una parte e dall'altra, sono state uccise.
Il punto è che i "vendicatori" di una parte e dell'altra si sono vigliaccamente fatti forti del numero contro gente inerme.
Il punto è che questa catena d'odio e di vendette, oltre a non avere fine, non colpisce mai gli effettivi responsabili delle violenze, e ne genera altre.
Avevo scritto, in un appunto privato, che l'islam raccoglierà i frutti dell'odio che sta seminando. Ma quelle famiglie massacrate erano forse colpevoli? Il diritto di legittima difesa dei cristiani non comporta certo il massacro gratuito di innocenti!
Considerazioni banali, le mie. Certo. Ma non è forse atrocemente banale quello che sta avvenendo, un canovaccio visto mille volte nella storia, dove le parti di vittima e di carnefice sono già assegnate da sempre?
Ha ragione Stephen Dedalus nell'Ulisse di Joyce: "La storia è un incubo dal quale sto cercando di liberarmi".
Ma forse ci si libera soltanto da morti.
lunedì 20 febbraio 2006
Le scuse A CHI?
Due sono le notizie interessanti di queste ore (domenica 19 febbraio 2006, ore 21.47): la prima è che
La seconda è che, sempre per via di queste vignette, 15 incolpevoli cristiani che vivono nel nord musulmano della Nigeria sono stati ammazzati, le loro case bruciate, le chiese rase al suolo. Questo, ovviamente, senza contare due cristiani pakistani altrettanto incolpevoli uccisi in queste ore, le chiese altrettanto rase al suolo, le case altrettanto bruciate.
Forse sarebbe stato meglio che
domenica 19 febbraio 2006
Il vento del deserto islamico
sabato 18 febbraio 2006
Tripoli, bel suolo d’odio…
Quando lessi “Storia del Terzo Reich” di William Shirer mi meravigliai che ministri, ambasciatori, generali, vescovi, professori universitari, giornalisti, insomma la créme de la créme dell’opinione pubblica si fosse comportata verso Hitler in modo tanto ingenuo quanto stupido. Un bambino di cinque anni, pensai, avrebbe ragionato molto meglio. E non riuscivo a capire come una cosa del genere fosse potuta accadere.
I perché forse li ho capiti, ma grazie al ministro Calderoli (spero già ex, mentre scrivo queste righe) almeno ho visto anche come possono accadere delle asinerie di questa portata. Non riesco davvero a capacitarmi come un adulto responsabile, nonché ministro della Repubblica, sia stato tanto superificiale da provocare una crisi di prim’ordine con la Libia, e per di più nelle stesse ore in cui i servizi di sicurezza ci stanno avvertendo che in Italia il rischio attentati si sta facendo sempre più alto. Con l’ira che percorre il mondo islamico, c’è da meravigliarsi che la polizia libica non abbia sparato dall’altra parte!
Ma è mai possibile che Calderoli non si sia reso conto delle conseguenze del suo gesto? E’ mai possibile che non abbia capito come la sua esibizione sia stata, oltre che di cattivo gusto, gratuitamente, stoltamente provocatoria, nel momento stesso in cui l’opinione pubblica musulmana è violentemente sovraeccitata mentre quella occidentale è demoralizzata, insicura, incapace di reagire? E se anche fossimo coraggiosi, intrepidi, sicuri della nostra fede e pronti a batterci fino all’ultimo, sarebbe giusto spargere il sale sulle ferite dei musulmani? Non che essere un campione della libertà di espressione, Calderoli si è rivelato un provocatore solitario e gratuito, peggio dei disobbedienti che hanno aggredito la fiaccola olimpica.
Calderoli ha sperperato quel poco di legittimazione morale che l’Italia, e con essa l’Occidente, poteva rivendicare nei confronti della violenza incontrollata degli islamici, specialmente dopo l’assassinio di Don Santoro. Il suo gesto è di una gravità inconcepibile, non solo per il deterioramento delle relazioni con la Libia e il mondo islamico, ma soprattutto perché ha ribaltato le posizioni tra aggressore e aggredito. Ora sono i musulmani a potersi lamentare di essere vittime di discriminazione e odio. Ora potranno avanzare sempre più pretese per saziare i loro non piccoli appetiti, sicuri che nessuno potrà in buona coscienza rifiutarle.
Tra le altre gravi conseguenze, l’atto del ministro mette in pericolo il governo di Tripoli, che aveva fatto sforzi per avvicinarsi quanto meno agli interessi occidentali, e rischia di creare una sponda fondamentalista proprio di fronte alle nostre coste. Inoltre oscurerà per molto tempo, sui media, le persecuzioni dei cristiani per mano degli islamici. E infine, come se non fosse già abbastanza grave, regalerà l’Italia alla sinistra, che potrà presentarsi come l’alfiere del “dialogo”, e l’unica in grado di stornare l’ira islamica dal paese (a prezzo, ovviamente, di uno sradicamento totale della propria identità, storia e cultura).
Grazie, (ex) ministro Calderoli. Grazie di aver sprecato la rimonta, vera o presunta, di Berlusconi. Grazie di aver fatto dimenticare Don Santoro. Grazie per tutto l’odio che è riuscito a tirare addosso all’Italia e ai cristiani.
DEUS, QUOS PERDERE VULT, DEMENTAT.
lunedì 13 febbraio 2006
In difesa di Angela Pellicciari
Stimatissimo Direttore,
Apriti cielo! Tanto è bastato per scatenare contro di lei una vera e propria caccia alle streghe da parte di alcuni genitori, prontamente assecondata dal preside del liceo in cui, evidentemente, ha la sfortuna di insegnare.
Nel Vostro articolo non ho trovato il minimo spazio per una replica della docente, che tra l'altro è autrice di numerosi libri e saggi "controcorrente" sulla storia del risorgimento. Evidentemente la sentenza è già stata scritta, l'anatema è già stato pronunciato.